P. Stefano ha inoltrato al nostro gruppo missionario la lettera inviata a P. Anastasio, nella quale informa sulla situazione sua e della comunità. Rimaniamo uniti nella preghiera
Baoro, 9 settembre 2020
Caro P. Anastasio,
il coronavirus non ti ha permesso divenire da noi per un lungo tempo, ne, a me, di avere la gioia di scambiare e di parlare con te. A Dio piacendo tutto questo passerà e ci rivedremo e potrai rivedere la tua cara gente in Centrafrica.
Grazie a Dio qui la pandemia non ha fatto danni gravi. A Baoro, essendo parroco, conosco e seguo tutta la gente: non vi è stato nessun caso grave ne alcun morto di covid, ne nessuno osserva anche nessuna distanziazione fisica e nessuna porta le mascherine! Il virus finirà per morire da solo, non trovando più clienti, quando tra non molto tutti ne saranno immunizzati. Un mese fa ero stato trovato io stesso positivo. Avevo sintomi trascurabili, che pensavo fossero malaria. Mi sono ripreso presto. Delle centinaia di persone con cui ero in contatto e i tre confratelli con cui vivo, nessuno ha avuto problemi. Probabilmente, senza accorgersene, lo hanno avuto prima di me. Credo che siamo protetti da altre malattie avute qui, soprattutto la malaria o altre “grippes”. Forse anche tu non avresti problemi, ma la prudenza non è mai troppa.
Dopo i due mesi di relativo confinamento (niente scuola e tre messe al giorno, ma solo con 15 persone), a metà giugno avevamo ripreso tutte le attività della parrocchia. Catechismo e movimenti. Come se nulla fosse stato, la gente ha ripreso con più entusiasmo di prima. In agosto tantissimi battesimi e le cresime in parrocchia e nei villaggi. Sono nati due nuovi movimenti: la JEC (Jeunesse etudiante cretienne) e la fraternité St.Joseph, che unisce molti funzionari. Ora riprenderanno, il 21 settembre, dopo 6 mesi di chiusura, le nostre scuole: l’asilo “Il Germoglio”, seguito da me stesso, con i suoi oltre 200 bambini; la scuola elementare delle nostre suore, e poi, le nove care scuolette dei nostri villaggi. Infine, in ottobre la scuola meccanica, a cui dedica grandi energie P.Maurice. Queste scuole, a cui diamo anima e corpo, sono l’unica speranza per l’avvenire della nostra gioventù centrafricana, nell’attuale contesto di grande insicurezza.
Tra agosto e settembre, nonostante le abbondanti piogge, ognuno dei movimenti parrocchiali di bambini e giovani, ha potuto fare il suo “campus”, nei villaggi vicini: gli scout, una quarantina, grandi e piccoli, sono andati fino a Samba, e a piedi, partendo alle 3 di notte. Baoro, parrocchia di giovani e bambini!
Domenica scorsa, in coincidenza con la festa ad Arenzano, abbiamo anche a Baoro celebrato la giornata mensile di preghiera a Gesù bambino. Nella seconda messa, alle nove, gremita da oltre settecento persone, dopo la comunione, c’è stata la preghiera a Gesù bambino e l’unzione di tutti con l’olio benedetto. Mi aiutavano tre catechisti. Mi commuove sempre questo gesto: grandi e piccoli, tutti si accostano con fiducia al divino Bambino: “Gesù bambino ti protegga sempre!”, diciamo a ognuno, ungendogli la fronte. Durante l’omelia avevo detto alla gente: “Una mia amica tedesca (Eva Kohlman) mi ha trasmesso una testimonianza venutale dal Pakistan, dove in molti morivano per il Covid. Dopo che un sacerdote ha iniziato a pregare con loro Gesù bambino di Praga, non c’è più stato un morto. “ e noi a Baoro, nella parrocchia dedicata a Gesù bambino, come facciamo a non ringraziarLo! Lui qui ci ama talmente, senza aspettarsi neppure che lo preghiamo, ne che lo ringraziamo. Il coronavirus è venuto e c’è tra noi. Ma chi di noi è morto? (Li guardo e tutti iniziano a ridere.) Nessuno! Chi di noi si è ammalato gravemente? Nessuno. Siamogli grati! E’ cara gente a Baoro, semplice, e si sono commossi. Amano il loro Gesù bambino, che tante volte li ha protetti e protegge i loro tanti bambini.
Caro P. Anastasio, ti scrivo questo con riconoscenza, anche verso di te, che quando avevo solo 11 anni, e venivo con la scuola ad Arenzano, mi hai insegnato già allora ad amare questo divino Bimbo. Che il Signore e la sua cara mamma ci concedano di servirlo ancora fino a incontrarli in cielo. Un abbraccio fraterno. P. Stefano