Domenica 5 luglio ci siamo, di nuovo. Purtroppo. In Alto Adige i negozi possono tornare ad aprire la domenica e nei festivi. Ho perorato spesso la causa della tutela della nostra cultura della domenica e del riposo festivo. Tutto inutile? E tuttavia non mi stancherò di farmi sentire, perchè stiamo parlando della persona e perchè il bene comune ha bisogno di molte voci.
Ci serve qualcosa di più di consumo e profitto
Non possiamo essere schiavi del lavoro e del consumo. Non possiamo farci definire in base a quanto consumiamo. La mentalità del “sempre di più“ rende dipendenti e malati. La domenica e i festivi sono un grande patrimonio dell’umanità!
Persone che non possono più festeggiare, che non possono più staccare e fermarsi, che non sono più in grado di porre l’essere davanti al fare e all’avere, ne risentono nell’anima. Abbiamo bisogno della domenica e delle nostre feste con le loro occasioni sociali, familiari, culturali e religiose.
Abbiamo bisogno di qualcosa di più del consumo, del rumore del registratore di cassa, della frenesia e di un’operosità incessante. Sottomettere tutto il tempo al profitto e al consumo significa minare le opportunità di relazione, quelle religiose e sociali. Oggi viviamo il grande pericolo di conoscere il prezzo di tutto, ma non più il valore, per dirla con Oscar Wilde. Come sarebbe più importante parlare meno di prezzi e ritrovarci nuovamente attorno a valori che uniscono e vincolano. Se in primo piano resta lo sforzo per avere sempre di più, nella nostra società trovano posto solo vincitori e sconfitti, e quindi meno solidarietà e tanta invidia. Abbiamo bisogno di qualcosa di più del tempo libero individuale, personale. Grazie alla tutela pubblica delle nostre domeniche e dei giorni festivi, alla fine vinciamo e guadagniamo tutti.
Oggi la domenica richiede decisioni consapevoli, spesso addirittura saper andare controcorrente. Servono la determinazione e il coraggio civile di noi tutti! Se la domenica e nei festivi gli esercizi commerciali aperti non vengono frequentati, in queste giornate torneranno sicuramente a chiudere.
Lavori necessari e non necessari
C’è chi deve lavorare anche di domenica e nelle festività: in ambito sociale e caritativo, negli ospedali e nelle case di cura e assistenza, per l’ordine e la sicurezza pubblica, ma anche nel turismo e nelle diverse forme dei servizi. Invito tuttavia ancora a distinguere maggiormente tra lavori necessari e non necessari nella domenica e nei festivi. Questo vale anche per l’agricoltura: fa molto riflettere, quando anche nel mondo rurale spesso la domenica si riduce a giorno feriale.
Le disposizioni di legge sono importanti e evidenziano fin dove è arrivata la società e da quali valori si lascia guidare. Ancora più importanti sono le posizioni e l’atteggiamento concreto che derivano dalle convinzioni personali.
Il dono della domenica cristiana
La domenica cristiana è una pausa salutare, persino terapeutica. Ci vuole ricordare la leggerezza e la serenità di quanti sanno che Dio si interessa a loro. Questa libertà per la vita è donata da Dio e rappresenta il punto forte dei cristiani. Non possiamo e non abbiamo bisogno di autolegittimarci. Lo ha già fatto Dio da tempo attraverso il suo figlio risorto Gesù Cristo. È questo che la domenica ci garantisce! È il suo giorno, e quindi il giorno che appartiene a noi uomini e donne e che ci fa bene.
Sottomettere i nostri tempi al profitto e al consumo davvero non ci aiuta. Da qui il mio invito: manteniamo la domenica, così che la domenica dia sostegno al nostro vivere e convivere.
Ringraziamento e richiesta
Ringrazio tutte le associazioni, organizzazioni e gruppi che si impegnano per la tutela della domenica e delle festività. È una questione che non riguarda solo la comunità cristiana bensì la società intera. Grazie a quanti fanno sentire la loro voce e mandano segnali concreti.
Chiedo a coloro che hanno responsabilità politica in Alto Adige di impegnarsi con energia e convinzione per tutelare le nostre domeniche e i giorni festivi e per una nuova regolamentazione legislativa della materia.
+ Ivo Muser, Vescovo
Bolzano, solennità degli apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno 2020