Carissimi amici del Gruppo missionario e della parrocchia del Duomo a Bolzano,
ogni tanto non mi sentite a lungo e allora vi potete chiedere: “Chissà come va da p.Stefano?” So che avete anche voi tante sofferenze da voi, innanzitutto per questo cattivo virus e per tutto quel che ha causato, i morti, il confinamento, la solitudine, la paura, la povertà, l’insicurezza. Lunedi mi è arrivato improvviso come un colpo di frusta, quando da genova, Gloria, la moglie di Mario, il mio più caro amico da oltre 35 anni, mi ha comunicato che il coronavirus se lo è portato via. Sono rimasto tanto male, perché era la prima volta che questa maledetta malattia, mi ha colpito dal vivo. Erano malati in casa lei, lui e i due figli di 19, 20 anni , confinati, senza un dottore che potesse visitarli, quando lui è peggiorato e dopo un giorno solo di ospedale, non ha retto. E gli altri soli in casa. Ma sono cose che vivete ogni giorno da voi. Che tristezza! Da noi , stranamente, la malattia non avanza, per ora. In un mese solo 14 malati, dieci dei quali già guariti. Del resto a Baoro non c’ è neppure un ospedale. A cosa è servito chiudere anche da noi scuole e chiese, quando dal Cameroun, paese vicino, molto più infettato, ogni giorno arriva gente, che si ferma anche da noi per mangiare e comprare? Certo mi lavo le mani, ma ogni giorno sono nei quartieri dalla gente più povera, per aiutarli e incoraggiarli. La miseria che mi trovo davanti non potete lontanamente immaginarla. Anch’io fatico, nonostante i trent’anni vissuti qui, ad abituarmici. Il Signore è risorto ed è grande. E’ lui che guida tutto e ci sostiene. Preghiamo a vicenda. Vi sono vicino, a tutti un abbraccio fraterno, in Gesù.
Padre Stefano