Bangui Carmel, 6 dicembre 2024
Carissimi don Mario e amici tutti a Bolzano,
all’avvicinarsi del Natale, festa del Dio con noi, piccolo bambino fragile, penso alle persone care e il pensiero si rivolge a voi, che sempre mi avete mostrato tanta amicizia e vicinanza. E approfitto per tenervi al corrente di quel che vivo e faccio.
Come sapete, ormai 15 mesi fa, lasciata la parrocchia di Baoro (con quanta nostalgia rivolgo il pensiero ai cari cristiani che lì avevo seguito per sei anni!), qui alla comunità del Carmel a Bangui, mi era stato affidato lo sviluppo della giovane scuola agricola e della grande fattoria didattica.
Fin da ragazzo ho avuto la passione per l’agricoltura e l’allevamento,e, ovunque io sia stato missionario, in questi oltre trent’anni, ho piantato e allevato. Resteranno in mio ricordo le migliaia di alberi che ho piantato, gli orti e gli allevamenti che ora possedono le nostre varie missioni.
Qui a Bangui, e vi parlo in confidenza, per aiutarvi a capire, la sfida era ben altra. Mi sono trovato con una scuola agricola, ben costruita e attrezzata, grazie al sostegno della Conferenza episcopale italiana. Ma tante altre cose mancavano. Innanzitutto ero da solo a gestire una realtà enorme: la scuola innanzitutto, di cui non avevo esperienza e senza avere qualcuno con cui lavorare e che collaborasse con me. I professori venivano solo puntualmente per dare le loro materie. Il direttore degli studi, molto anziano, aveva lasciato il lavoro al mio arrivo. Ho dovuto pian piano cercare nuovi collaboratori. Tutt’altro che facile. Nel paese non esistono praticamente altre scuole agricole, almeno simili alla nostra. Il paese con i suoi governi, da decenni ha abbandonato agricoltura ed allevamento. Non c’è formazione ne sostegno. Solo l’1% dei fondi statali è destinato a questi due ambiti che, peraltro occupano gran parte della populazione. Qui l’agricoltura e l’allevamento sono estremamente primitivi e considerati lavoro da poveri, per chi non ha trovato di meglio.
Sento che la vocazione della nostra scuola e piccola azienda agricola nascente, sia di diventare un faro per questo paese. Vorrei arrivare a toccare centinaia di giovani e meno giovani. Per questo stiamo studiando nuove metologie e modalità. Dalla giovane università di agraria, anche essa nata insieme a noi, per l’impegno della chiesa cattolica, vengono ogni anno gli allievi di una classe per fare da noi un mese di stage pratico. Così ora stiamo rispondendo alla richiesta di una chiesa protestante di potere mandare i suoi membri per fare da noi delle formazioni su avicoltura e porcicoltura.
Intanto, oltre a seguire meglio possibile l’insegnamento teorico delle 4 materie di base (agricultura, allevamento, trasformazione dei prodotti agricoli, e soprattutto imprenditoria e contabilità), cerco con i due collaboratori di fiducia che ora ho, di migliorare giorno per giorno le varie produzioni: l’orto moderno e biologico, il frutteto e il semenzaio di alberi da frutto e di piante ornamentali e da fiore, gli allevamenti di varie razze di galline, di quaglie, faraone, conigli, pecore e soprattutto bovini da latte. Inoltre il nascente settore della trasformazione: formaggi, yogurt, marmellate, polveri e tisane, dolci e tanto altro.
Vorrei creare dei percorsi didattici per gli alunni delle migliori scuole di Bangui, per contribuire a dare loro il gusto del bello, del lavoro ben fatto, del rispetto della natura e di tutte le opportunità che il lavoro della terra può dare.
Sono sfide che mi appassionano e mi domandano tante energie, sempre nuove. Credo che il Carmel sia chiamato a diventare un faro che illumini e mostri nuovi cammini da intrapprendere. Al centro della grande concessione del Carmel, vicino a dove si stà costruendo il nuovo convento, c’è una lunga collina con ancora molti alberi giganteschi della foresta. Qui vorremmo creare un parco, giardino botanico, zona di preghiera e di passeggio, ma anche luogo per sensibilizzare i sempre più numerosi visitatori e pellegrini sulla protezione dell’ambiente naturale. Il tutto etichettando gli alberi e le varie essenze presenti o che cercheremo di reintrodurre.
Un problema da risolvere è di proteggere la concessione dal vandalismo di chi percorre i sentieri tagliando legna, rubando frutta e verdura o le piante o dando fuoco. Ci vorranno recinti naturali e reti.
Le sfide sono tante, i mezzi e soldi che ho bisogno di investire anche. Pian piano avanziamo secondo i mezzi disponibili. E cerchiamo di coinvolgere e motivare soprattutto gli allievi della nostra scuola.
A voi che cercate di aiutarmi in questo Avvento:
Tra le varie attività che stiamo cercando di sviluppare c’è l’allevamento delle pecore, ancora poco sviluppato in Centrafrica. Siamo riusciti a introdurre una razza migliore. Tra pecore ed agnelli sono hanno raggiunto la quarantina. Molte pecore sono gestanti e in generale si portano bene. E’ infatti ora per loro il tempo migliore, perché siamo entrati in stagione secca. Soffrono molto l’umido e le piogge. Dato che il loro numero sta aumentando e questo allevamento promette bene, ho bisogno di costruire una nuova tettoia più capiente, conmangiatoie e abbeveratoi. Inoltre vorrei cementare il suolo dove riposano quando tornano dal pascolo, perché durante le piogge la terra impastata d’acqua procura loro malattie.
Il signor Domingo, centrafricano, muratore e falegname in gamba, cha da anni lavora con me, mi ha fatto un preventivo. La spesa sarà di circa 3500 €. Riuscireste ad aiutarmi a realizzare il tutto prima della prossima stagione delle piogge in aprile?
Anno dopo anno, col vostro aiuto, stiamo realizzando delle belle opere per questa povera gente, che merita veramente di più. Verrà il giorno nel quale qualcuno di voi, a nome di tutti, potrà venire a vedere di persona.
Mi affido a voi e vi sono vicino con l’affetto e la mia preghiera. Vi chiedo anche di stare vicini a mia mamma che ha sempre più problemi di salute.
A tutti voi la gioia di entrare come bambini nel santo Natale. E ancora grazie grazie e grazie.