Diocesi da 60 anni: il messaggio del vescovo Muser

Una foto ormai storica: dopo le tre bolle pontificie del 6 agosto 1964, il 1° settembre 1964 a Venezia il cardinale Giovanni Urbani (al centro), incaricato dal Papa, affidò la diocesi di Bolzano Bressanone al vescovo Josef Gargitter (a sinistra), presente l’arcivescovo di Trento Alessandro Maria Gottardi (a destra).

Care sorelle e cari fratelli della nostra diocesi di Bolzano-Bressanone!

Il 6 agosto 1964, festa della Trasfigurazione del Signore, la nostra attuale diocesi di Bolzano-Bressanone venne istituita da papa Paolo VI. Contemporaneamente, Innsbruck fu elevata a diocesi autonoma. Da allora sono passati 60 anni. Un motivo per ricordare e riflettere.

Tradizione e cambiamento

Ben tre volte la nostra diocesi ha cambiato nome nel corso della sua lunga storia: Sabiona, Bressanone, Bolzano-Bressanone. Questo fatto da solo dimostra quanto gli sconvolgimenti, le ripartenze, la tradizione e il cambiamento, la continuità e la discontinuità caratterizzeranno sempre il cammino della Chiesa nella storia. Chi conosce la storia della Chiesa, compresa la nostra Chiesa locale, e si confronta con essa, è molto cauto nel dare giudizi affrettati e anche nell’affermare che “è sempre stato così”.

Il cambiamento e la trasformazione, che pure deve subire come entità storica, non sono il destino della Chiesa. Il cambiamento e la trasformazione fanno parte della natura della Chiesa. Il nostro Dio è un Dio della storia: è sempre in cammino con il suo popolo, e quindi con noi, la sua Chiesa. I cristiani credono in un Dio che si è fatto “storia” in Gesù Cristo. Per questo la storia umana non è semplicemente un susseguirsi di eventi anonimo, cieco, banale e spesso persino contraddittorio e crudele, ma il luogo in cui le persone possono incontrare Dio.

Radici e missione

Alla domanda su chi egli sia, Dio risponde a Mosè: “Io sono il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe” (Esodo 3,15). In altre parole: io sono un Dio di generazioni! Credere in Dio non inizia mai nello spazio vuoto e non parte mai da zero. Siamo dentro una storia, una storia di benedizione con tutti i suoi fallimenti, le sue crisi e le sue notti, ma anche con la promessa di vita e di salvezza. La fede comprende radici comuni, una comunità viva nel presente e la trasmissione di questa fede alle generazioni future. Penso in particolare ai bambini e ai giovani, che hanno bisogno della fede, dell’esempio e dei racconti di fede degli adulti.

Papa Benedetto XVI, che conosceva bene la nostra diocesi grazie a molti incontri personali, disse una volta: “I nostri anni vanno e vengono. LUI rimane – e noi in LUI”. Queste parole valgono per la storia della singola vita. Ma possiamo applicarle anche alla storia della Chiesa e al cammino della nostra diocesi attraverso i secoli. LUI, il Signore della Chiesa e della storia, rimane, attraverso tutto. E in LUI noi abbiamo un sostegno, un orientamento e una meta.

Questa fede ci protegge dal trionfalismo e dai punti ciechi e acritici, ma anche da giudizi ingiusti e ostentati sulla storia. Questa fede ci dà il coraggio di non giustificare, sorvolare o minimizzare tutto ciò che è accaduto nella storia, ma anche di essere abbastanza umili da non contrapporre con orgoglio e presunzione il presente al passato.

Gratitudine, realismo e speranza

Con gratitudine ricordo i miei predecessori che hanno contribuito a plasmare il cammino della nostra diocesi di Bolzano-Bressanone: il vescovo Josef Gargitter, il vescovo Wilhelm Egger e il vescovo Karl Golser. Li nomino in rappresentanza di tutti i sacerdoti, di religiose e religiosi, di insegnanti di religione, di donne e uomini, madri e padri, bambini, giovani e anziani che in questi 60 anni hanno dato un volto al Vangelo e al cammino della nostra Chiesa locale. Sono stati tanti e a loro dobbiamo molto!

Nel corso della sua storia, la Chiesa non è mai stata un’entità statica e fissa. Come la luna, ha fasi crescenti e calanti. La posizione della Chiesa nella società odierna sta conoscendo grandi sconvolgimenti. Anche la società, con la sua dimensione sociale e politica, sta vivendo grandi sfide e tensioni. Le preoccupazioni per la salvaguardia del creato e le domande pressanti sollevate dai focolai di crisi e di guerra nel mondo rendono le persone preoccupate e spesso persino scoraggiate. Alle domande aperte sul piano sociale e antropologico vengono date risposte sempre più divergenti. Forme di ecclesialità finora familiari si stanno sgretolando.

Non solo mancano i sacerdoti e le vocazioni religiose, ma si registra anche una grande carenza di credenti. La domanda di Dio, del Dio biblico, del Dio di Gesù Cristo è diventata nella nostra società una priorità secondaria o di terz’ordine. Abbiamo ancora bisogno di lui, lo cerchiamo ancora, lo amiamo ancora?  Non pochi ritengono che la Chiesa sia sostituibile e non necessaria. Anche le sue due grandi fonti di forza, la Parola di Dio e i sacramenti, hanno perso attrattività e consenso. Le nostre celebrazioni eucaristiche e tutte le altre forme di culto sono molto meno partecipate e apprezzate rispetto a 60 anni fa.

Come Chiesa siamo diventati più piccoli, meno importanti e meno influenti. Speriamo che questo cambiamento sia caratterizzato dalle parole che il grande Giovanni Battista, precursore di Gesù, poteva dire di se stesso: “Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca” (Giovanni 3,30). Allora non dobbiamo avere paura. Allora sperimenteremo di nuovo il sollievo e la speranza: si tratta di LUI, non di noi.

Vorrei ringraziare tutti coloro che nella situazione attuale danno un volto alla nostra Chiesa locale. Sono ancora molti! La nostra Chiesa vive della loro fede, della loro speranza, del loro impegno, della loro fedeltà e della loro preghiera. Per questo non ho paura del futuro, nonostante tutto e attraverso tutto. Abbiamo LUI nella nostra barca e Lui, il Crocifisso e Risorto, di certo non la abbandona! Non noi, la Chiesa, ma Cristo è la luce delle genti: così inizia “Lumen gentium”, il grande documento del Concilio Vaticano II sulla Chiesa.

Augurio di benedizione

La lunga storia della nostra diocesi di Sabiona, Bressanone e Bolzano-Bressanone non ha donato solo grandi momenti, santi e martiri, tra cui vorrei citare Josef Freinademetz e Josef Mayr Nusser a nome di tutti loro. Ci sono anche ore e periodi bui, colpe e fallimenti. Anche questo fa parte della nostra memoria, della nostra identità. Se vogliamo plasmare il futuro, dobbiamo imparare dalla storia e affrontarla senza pregiudizi. Come comunità di fede, ad ogni celebrazione eucaristica preghiamo: “Confesso a Dio onnipotente e a tutti i miei fratelli e sorelle che ho mancato di fare il bene e ho fatto il male”.

Auguro uno sguardo fedele alla storia della nostra diocesi e uno sguardo fedele dietro questa storia. Allora potrà essere chiaro quanto il nostro Dio si metta in relazione con l’umanità, quanto voglia e abbia bisogno di noi, di quale grandezza siano capaci le persone credenti e quanto Dio possa scrivere dritto anche sulle righe storte degli uomini. 

Auguro che alla nostra Chiesa locale, all’arcidiocesi di Trento e alla diocesi di Innsbruck, alle quali siamo legati da una lunga storia, non manchino mai persone pronte a scrivere e a continuare a scrivere il piano di salvezza di Dio per l’umanità.

Metto il cammino che ci attende sotto la protezione di Maria, la Madre di Dio. Senza di lei non avremmo Gesù, e senza Gesù la Chiesa non avrebbe il suo fondamento, la sua giustificazione e la sua missione. Sono felice che le nostre due cattedrali di Bressanone e Bolzano siano dedicate al mistero dell’Assunzione di Maria al cielo, che celebriamo il 15 agosto: la nostra vita e anche il cammino della nostra Chiesa nella storia hanno una prospettiva e una grande meta. La Pasqua è la nostra speranza!

Ci accompagnino anche i nostri patroni diocesani Cassiano e Vigilio. Ci ricordano le origini della storia della fede nella nostra Chiesa locale, ma ci ricordano anche il nostro compito missionario di oggi: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre. Non lasciatevi sviare da dottrine varie ed estranee”. (Eb 13, 8-9).

Con voi in cammino

Il vostro vescovo

+ Ivo Muser

Bolzano, 6 agosto 2024, festa della Trasfigurazione del Signore e 60.mo anniversario dell’istituzione della diocesi di Bolzano-Bressanone

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