“Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi”
Trovo che il Salmo 139 sia un “commento” particolarmente idoneo a questo motto. Chi l’ha scritto non aveva nemmeno lontanamente quella che definiremmo ai nostri giorni come una conoscenza scientifica, ma ha capito molto del mondo e del mistero della vita. Tutto inizia con lo stupore: ” Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, … Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano… Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; … Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi; erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati quando ancora non ne esisteva uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio! Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio e sono ancora con te” (Salmo 139:1-2,5,13-14,16-18).
Dio è amico della vita. Questo messaggio percorre come un filo conduttore tutta la storia della salvezza, dall’Antico al Nuovo Testamento. Egli è il Creatore, che vuole e promuove la vita, è il fondamento stesso della vita. Nell’incarnazione di Gesù, che è il culmine di questa storia salvifica, Dio si riconosce umano a tal punto da diventare uno di noi. Accetta e condivide la nostra esistenza fino all’abisso della croce e dona alla nostra vita un valore eterno. Per questo i cristiani sono chiamati ad essere promotori della vita: dei nati e dei nascituri, della vita sana e di quella malata, della vita terrena e di quella eterna.
SI alla Vita – al suo inizio
La vita umana oggi è particolarmente a rischio nello stadio iniziale e in quello terminale. Per questo come Chiesa ci sentiamo in dovere di rispettare e proteggere la vita in tutte le sue forme, specialmente quando si tratta di aborto ed eutanasia attiva, ma anche di protezione degli embrioni. È sempre pericoloso permettere e applicare discutibili dicotomie quando in gioco c’è il valore e la dignità della vita umana: nascituro / nato; sano / malato; disabile / normale; giovane / vecchio; degno di vivere / indegno di vivere. La storia è piena di esempi ammonitori.
Con parole chiare e inequivocabili, Papa Francesco ha dichiarato nella sua esortazione apostolica “Evangelii gaudium” che la Chiesa è dalla parte dei bambini non nati. Meritano tutta la nostra attenzione, il nostro impegno e la nostra voce. I nascituri sono i “più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole”, sottolinea il Papa. Con la stessa chiarezza, il pontefice ci invita a non lasciare sole le donne incinte, ad accompagnarle e a dar loro l’aiuto di cui hanno bisogno.
Le donne come custodi speciali della vita
In occasione della “Giornata della Vita”, chiedo anche un NO risoluto, convinto e condiviso verso tutte le forme di violenza contro le donne, chiamate in modo speciale dall’ordine della creazione ad essere custodi della vita. A livello di società è vergognoso costatare come troppe persone fingano di non vedere e spesso addirittura banalizzino questa violenza. La violenza contro le donne va dall’oppressione psicologica alle aggressioni fisiche più gravi, che a volte sfociano in tragedie familiari. Anche lo sfruttamento sessuale è una grave violazione della dignità delle donne. Può avvenire sia all’interno della propria famiglia che attraverso la prostituzione. Papa Francesco ha detto nella sua omelia di Capodanno del 2022: ” Quanta violenza c’è nei confronti delle donne! Basta! Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità”.
SI alla Vita – al suo termine
Come cristiani, crediamo che la vita conservi il suo significato anche attraverso la sofferenza e la malattia. Testimoniamo questa speranza stando vicino alle persone malate e morenti. Dovrebbero poter giungere alla fine stringendo la mano, non per mano di un’altra persona. Soprattutto nel fine vita, è nostro compito testimoniare la vicinanza e l’amore di Dio, che supera anche la morte, sfruttando ogni modo possibile per alleviare la sofferenza fisica e psicologica, per includere socialmente le persone morenti e per accompagnarle spiritualmente. Ma anche accettando i limiti della medicina: ciò vuol dire non sottoporre nessuno a terapie non volute; se queste non raggiungono più il loro scopo possono essere interrotte o evitate.
Nel decidere la direzione da seguire, dobbiamo scegliere la vita!
Ringrazio tutti coloro che, con speranza e gioia di vivere, con coraggio e determinazione, si schierano a favore della vita: con le parole, le opere, con il proprio atteggiamento e la condotta di vita, nell’aiuto concreto a tutti coloro che sopportano con fatica il peso della vita e continuano a sceglierla grazie a coloro che li sostengono e li accompagnano.
+ Ivo Muser, vescovo